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Sportivo/Drammatico - 2h 11m | Luca Guadagnino - 2024 | Zendaya, Josh O’Connor, Mike Faist 

Challengers è un un mix di dramma sportivo e commedia romantica, porta sullo schermo una storia intrigante di amore, competizione e ambizione. La protagonista del film è Tashi Duncan, un'ex prodigio del tennis che a causa di un infortunio è costretta ad abbandonare la carriera da atleta per diventare allenatrice. Tashi è sposata con Art, un tennista in difficoltà che lei cerca di rilanciare nel circuito professionistico. La situazione si complica quando Art si ritrova a competere in un torneo contro Patrick, un vecchio amico e rivale, nonché ex amante di Tashi. Questo triangolo amoroso si sviluppa sia dentro che fuori dal campo da tennis, creando una tensione palpabile che permea l'intero film.

L'ultimo film di Guadagnino, infatti, parla di un triangolo amoroso, che sembrerebbe non avere nulla di diverso dai soliti film con questa trama, ma che in realtà cela una verità che durante tutta la visione sta davanti agli occhi: tutti e tre sono consapevoli che si vogliono reciprocamente.
La pellicola si distingue per la sua capacità di esplorare le relazioni umane con profondità e sensibilità, e in "Challengers" porta il suo tocco unico a una storia che mescola passione, competizione e introspezione. La sceneggiatura offre dialoghi taglienti e momenti di vulnerabilità, riuscendo a bilanciare l'intensità emotiva con un tocco leggero e ironico. Il mondo del tennis, in questo contesto, diventa una metafora per le dinamiche complesse delle relazioni e della rivalità. Per Tashi Duncan infatti "il tennis è come una relazione" e questo è il tema che attraversa tutto il film. "Siamo andate in un posto bellissimo insieme" sono le parole di Tashi per descrivere ciò che prova quando gioca a tennis; per lei, lo sport è una connessione profonda e le suscita le stesse emozioni di quando è in intimità con Patrick e Art.
Il film affronta il triangolo amoroso senza mai definire chiaramente chi sia il buono o il cattivo, ed è la stessa domanda di Tashi a inizio film che ci risuona in testa per tutta la durata ”chi è il fuoco e chi il ghiaccio?”. Da una parte c'è Art, un ragazzo che appare tranquillo e disponibile al primo impatto, e dall'altra Patrick, più grezzo e schietto. E mentre il tennis è la grande metafora di tutto il film, non è il vero protagonista di Challengers che bensì parla di di corpi ed desiderio di possederli (un tema che abbiamo già visto in Bones and All e che vedremo in Queer). Questa dicotomia tra "fuoco e ghiaccio" risuona per tutto il film, ce ne accorgiamo subito quando Tashi chiede a Patrick e Art di giocarsi il suo numero dove, non c’è infatti una vera scelta e non c’è nemmeno nel vero impegno perché tutti e tre sanno che ciò che davvero conta per loro è giocare i punti che valgono.
Visivamente, Challengers è un film che affascina per la cura dei dettagli e la qualità delle riprese. Le sequenze delle partite di tennis sono girate con un'intensità che cattura la fisicità e la tensione psicologica dello sport, come nella suggestiva sequenza finale, simbolo dell'eterna competizione e della ricerca di equilibrio tra desiderio e controllo. Guadagnino utilizza le inquadrature e il montaggio per mantenere alta la tensione, supportato da una scenografia e dei costumi che rendono il mondo del film autentico e coinvolgente.
Zendaya offre una performance carismatica e stratificata, catturando l'essenza di una donna forte e determinata ma anche emotivamente complessa, Mike Faist nei panni di Art, rappresenta con autenticità un uomo in bilico tra insicurezza e desiderio di dimostrare il proprio valore e Josh O’Connor che interpreta Patrick, porta sullo schermo un “rivale” con una vulnerabilità inaspettata, che arricchisce la sceneggiatura. La chimica tra i tre attori è palpabile e rende ogni scena condivisa particolarmente intensa.
Le dinamiche tra di loro si riflettono anche nelle loro emozioni sullo schermo, come quando Tashi afferma che “si prende sempre cura dei suoi piccoli bianchi” rendendo chiara l’idea che: è sempre stata lei ad avere il comando del gioco.
Ma quindi fino a che punto si è disposti a spingersi per conquistare ciò che di desidera?

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